Chiesa parrocchiale di S.Antonio da Padova

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Progetto di Cesare Bazzani
Costruzione: 1929-1938
Ubicazione: Predappio – piazza S. Antonio

La nuova chiesa fu inaugurata il 27 ottobre del 1934, anniversario della marcia su Roma, Anno Santo della Redenzione, e venne consacrata al culto il 13 giugno del 1935.

I tre anni di tempo in cui venne realizzata la costruzione videro la presenza assidua di Cesare Bazzani, impegnato a Forlì con altri grossi cantieri e dello stesso Benito Mussolini che non lesinava consigli e correttivi; lo stesso Papa Pio XI, informato costantemente dal progettista sull’andamento dei lavori, suggerì i tre motti da incidere sul campanile.

Bazzani rivelò ancora una volta in questo progetto, una ricerca linguistica perpetrata attraverso gli stilemi di una tradizione classica: qui si mescolano elementi compositivi quattrocenteschi e cinquecenteschi controllati da una perfezione matematica.

Consapevole delle nuove conquiste tecnologiche e non immune al dilagare dell’incalzante razionalismo, Bazzani disegnò un’architettura impostata sulla stilizzazione geometrizzata delle masse; una architettura che, per la sua monumentalità, per il suo essere isolata e allo stesso tempo fuori scala, per la sua posizione scenografica, resa la chiesa parrocchiale l’edificio più importante della nuova Predappio.

L’impianto è a croce latina con una grande navata centrale e due laterali di contenuta dimensione; all’incrocio del transetto con la navata principale si alza il tiburio ottagonale che porta una cupola, di maniera bramantesca, coperta in rame. L’asse planimetrico dell’intera composizione coincide con l’asse del grande viale, di cui ha la stessa larghezza.

Un apposito comitato, guidato a Roma da Edvige Mussolini, sorella del Capo del Governo, si prodigò per la fornitura degli arredi interni, tra i quali un grande organo da collocare sulla cantoria sovrastante l’ingresso principale.

La facciata principale della chiesa è rivestita con lastre di marmo di Cagli e di Trani ed è caratterizzata da un grande arco d’ingresso in cui è inserita la lunetta bronzea, opera dello scultore Publio Morbiducci, in cui viene raffigurato Sant’Antonio da Padova, su uno sfondo a motivi decorativi fitomorfi costituito da un ceppo di quercia, tra i cui rami si inserisce tutto “quel piccolo mondo animale che costituiva una delle gioie del Taumaturgo”.

Nella strombatura del grande arco romano sono collocati nove rilievi bronzei con teste d’angelo, e lungo gli stipiti sono posizionate dieci formelle bronzee realizzate a stiacciato, raffiguranti gli episodi salienti della vita del Santo durante la sua permanenza in Romagna, opera degli scultori romani Cordoni e Tarquini.

La torre campanaria, che presenta evidenti richiami a quella di S. Marco di Venezia, costituì il prototipo per tutti i campanili, costruiti in quegli anni nell’intera area forlivese.

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