


Asilo e Oratorio S. Rosa
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| Progetto di Florestano Di Fausto
Costruzione: 1925-1928 |
Asilo e oratorio di Santa Rosa
Via Roma, progetto di F. Di Fausto, 1925 1928
Inizialmente progettato come sede parrocchiale di Predappio Nuova, venne poi edificato per le costruzioni di un asilo infantile con annesso piccolo oratorio. La posa della prima pietra dell’edificio, il cui progetto ornava la cartolina di invito della celebrazione, avvenne il 30 agosto 1925 per mano di Rachele Mussolini.
Le previsioni di piano apportate da Florestano di Fausto nel 1926 e il conseguente spostamento del centro del paese sotto la collinetta di Palazzo Varano, indusse il Capo del Governo a consigliare l’arresto dei lavori, da poco iniziati, e a promettere la costruzione, sotto il suo diretto interessamento, di una nuova chiesa parrocchiale.
Per la costruzione dell’asilo infantile, con annesso un piccolo oratorio, furono utilizzate in parte le fondazioni ormai avviate.
Le pareti esterne dell’asilo offrono alle vibrazioni della luce tessiture di cotto giocate su trame geometriche. Di Fausto caratterizza la facciata rosso cupo dell’oratorio, secondo un moderno gusto barocchetto, ritagliandovi una seconda facciata trattata con intonaco a stucco romano, su cui campeggia la statua del Redentore.

La Madonna del Fascio
Ceramica Azulejos, Leopoldo Battistini e Viriato Silva, 1927
Sulla parete della sala per la ricreazione dei bambini è presente la grande composizione ceramica titolata “La Madonna del Fascio” realizzata nel 1927 in Portogallo. L’opera è composta da 344 piastrelle maiolicate di cui 290 di dimensioni economiche e le restanti 20 sagomate in modo vario per adattarsi alla cornice.
Oggetto di grande ammirazione all’esposizione internazionale di Milano, la Madonna del Fascio fu donata a Benito Mussolini, che la tenne esposta per lungo tempo e in una sala di palazzo Braschi a Roma. Per volere del duce fu collocata, infine, all’asilo di Santa Rosa.
Madonna del Libro
Olio su tela, anonimo toscano del primo cinquecento.
Questa pregevole tavola dipinta, proveniente dai depositi della Galleria Palatina di Firenze, pervenne a Predappio per espressa volontà del duce all’inizio degli anni 20 del Novecento. È riferibile ad un pittore toscano del primo Cinquecento.
Dipinto di ottima fattura, Scuola Raffaellita.
Statua di Santa Rosa da Lima
Legno di pero, Bernardino Boifava, 1929.
Scolpita su diretta commissione della famiglia Mussolini. La statua mostra con intensità il gusto naturalistico di matrice tardo-ottocentesca in particolare nell’espressione del volto, assorto nella contemplazione del Crocifisso.